Mi sono sorpreso a scrivere design con la D maiuscola. Era diventato un nome proprio. In questa scoperta mi hanno accompagnato tre maestri: V. Papanek, B. Munari e A. Marcolli. Il primo per la filosofia, il secondo per la poetica e il terzo per la tecnica. La prima preoccupazione è stata orientarmi verso una continuità equilibratrice delle idee e dei progetti, sollecitata soprattutto dalle commissioni.
Così il gioco si è aperto e sono sceso in campo con l’immagine “designer all’opera”, qui riportata. Il percorso è stato animato principalmente dalle scoperte culturali e dagli incontri che la vita man mano ha suscitato. Uno di essi però mi ha atterrato per un certo periodo. Il mio rientro è stato annunciato con “designer oggi”. Non pensavo che da autodidatta si potesse continuare, per sempre, con lo stesso giovanile entusiasmo.
Per le opere pubblicate il critico, Luigi Dello Russo, ha detto: “Per lui più che per altri s’ha da parlare di design ‘concettuale’ in quanto, oltre che ipotesi e/o realizzazioni di oggetti da vivere figurano concetti ed emozioni, idee e sensazioni trasferiti e sublimati in operazioni grafico-mentali.”
Nicola Mastandrea
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